Mamma Iolanda, dal carattere simpatico e amichevole, e i tre figli, Giovanna, Maurizio e Cinzia, sono i protagonisti di questa storica trattoria, che ritroviamo in un angolo quasi nascosto del borgo di Lucugnano.
La signora Iolanda, un’istituzione della cucina tradizionale popolare dell’entroterra salentino, è la vera regina della cucina. Una cucina dalle ricette della tradizione, dove è possibile degustare i sapori veraci di questa splendida terra salentina. Sapori genuini e incontaminati come sono la pasta fresca fatta a mano e i caratteristici prodotti sott’olio, insieme al vino, alle carni cotte alla griglia, all’olio e alle verdure prodotte da Maurizio nelle sue campagne.
Tutto ciò ha valso alla trattoria il prestigio di essere menzionata da diverse riviste specializzate, tra cui, già nel 1992, il “Gambero Rosso”.
La trattoria, nel 2012, è stata rinnovata attraverso una completa ristrutturazione che, ha messo in risalto l’architettura e la storicità dell’edificio. Dalle aperture poste sul pavimento è possibile ammirare il grande deposito sotterraneo di anfore antiche, così come una profonda cisterna per l’acqua.
É un luogo caratterizzato da un’atmosfera familiare, gestito magistralmente dai suoi proprietari e frequentato dalla gente del luogo e dai turisti che giungono da ogni dove. Vista la grande richiesta, e l’esiguo spazio a disposizione dalla trattoria, in un’atmosfera tipica delle sagre del luogo.
Atmosfera che è stata migliorata ancora di più grazie alla concessione provinciale, che ha permesso di spostare tale servizio all’interno di uno dei giardini del Palazzo Comi e degli incantevoli scorci del centro di Lucugnano (Fraz. di Tricase).
AMBIENTE, il Salento profondo. Protagonisti: una mamma dalle mani d'oro, un papà (severo) al timone, e poi ``lei``, la giovane regina della sala, finti bronci, savoir faire delizioso, approccio spiccio e classe da locandiera, vera istintiva mini-Mirandolina del Sud. La scenografia è da osteria antica, a un passo dalla ``main street`` del paese, dove rotola la processione il giorno del santo patrono: ci sono legno, cartapaglia, orci di leccornie sott'olio, lampascioni, melanzane, ``diavolilli`` e crema di pomodoro dolce e piccante (quest'ultima da palati di amianto). La trama d'una sera qualunque è così: orecchiette della casa al cacioricotta, sott'olii, pane ``intero`` con conserva, ``pezzetti`` di cavallo al coccio col sugo. E poi santa griglia, che deborda odorosa nel vicolo, semplice e splendida. Salsicce, spiedini, costine e attenzione - 'gnummarieddi' (o ``torcinielli`` se preferite), ovvero tenere interiora di agnello involtate con carne e odori, le migliori, lo giuriamo, di tutta l'Italia antilega. Per questo 'gnummarieddi' (oltre che per la giovane ostessa che avrebbe intrigato un Nabokov) a Lucugnano si viene - indigeni o ``foresti`` informati - come in pellegrinaggio. Il finale è lietissimo: cena e buon vino locale `{`...`}`. E se, uscendo, incontrate la processione, per favore non gridate al miracolo. Qui, nel Salento aspro-dolce, tutto questo è magnificamente normale...
...Iolanda, al secolo Iolanda Ferramosca, è lì che cucina dal 1970, sempre e solo come fosse a casa sua. Prima lei non era così. Lì si potevano fare solo due cose: bere vino e giocare a carte. E lei si sentiva inutile, così un bel giorno sbattè fuori tutti (le donne salentine hanno carattere) e si mise ai fornelli. Non c'ero, ma credo che in quasi quarant'anni sia cambiato ben poco, in pratica il vino (il Primitivo di Manduria sfuso c'è solo dal 2006 e merita) e l'età dei figli. Maurizio e Giovanni in qualche modo aiutavano già, Cinzia sarebbe arrivata in sala più avanti...
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